RAFFAELLO

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 Wackenroder, "La visione di Raffaello" (estratti), Fantasie sull’arte

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"Raffaello, che brilla come il sole tra tutti i pittori, ci ha lasciato in una lettera al conte di Castiglione le parole seguenti, che mi sono più preziose dell’oro e che non ho mai potuto leggere senza un sentimento segreto e confuso di rispetto e di adorazione. Dice:

«Siccome si vedono così poche belle forme femminili, mi tengo a mente una certa immagine che nasce nella mia anima.»

 

Ora recentemente, in un modo totalmente inaspettato e con mia profonda gioia, queste parole piene di significato mi si sono illuminate di viva luce.

Sfogliavo il tesoro di vecchi manoscritti del nostro monastero e ho trovato, in mezzo a molte pergamene polverose e senza valore, alcuni fogli scritti a mano da Bramante, che è impossibile sapere come sono giunti in questo luogo. Su uno di questi fogli erano scritte le frasi seguenti, tali e quali le traduco senza alcuna modifica.

«Per mia propria soddisfazione e per mantenere il ricordo esatto, riporto qui un fatto meraviglioso che il mio caro Raffaello mi ha confidato sotto il vincolo del segreto. Qualche tempo fa, gli manifestai apertamente la mia ammirazione per le Madonne e le Sacre Famiglie che dipinge con bellezza suprema, e insistetti vivamente perché mi dicesse da dove aveva potuto trarre l’incomparabile bellezza, la fisionomia toccante e l’espressione insuperabile delle sue immagini della Santa Vergine. Dopo avermi lasciato un certo tempo in sospeso con il pudore e la riservatezza giovanile che gli sono propri, fu preso da un’intensa emozione, mi si gettò al collo, e piangendo mi rivelò il suo segreto. Mi raccontò come, fin dalla sua tenera infanzia, aveva sempre avuto un sentimento di pietà particolare per la Madre di Dio, tanto che a volte, soltanto pronunciandone il nome ad alta voce, provava una grande melanconia. Più tardi, quando il suo spirito si era già volto verso la pittura, il suo più grande desiderio era sempre stato di dipingere la Vergine Maria nella sua vera perfezione celeste, ma non aveva mai osato. Nel pensiero, la sua anima aveva costantemente lavorato alla sua immagine, giorno e notte; ma non era mai riuscito assolutamente a completarla con sua soddisfazione; gli era sempre sembrato che la sua immaginazione lavorasse nelle tenebre. E tuttavia a volte era caduto come un raggio celeste nella sua anima, di modo che aveva visto davanti a sé questa figura in tratti chiari, tale quale l’aveva voluta; ma ciò non era mai stato altro che un istante, e non aveva potuto fissarla nel suo cuore. Così la sua anima era sballottata in un’inquietudine costante; non aveva mai visto questi tratti se non di sfuggita, e il suo presentimento oscuro non si era mai potuto risolvere in un’immagine chiara. Alla fine non era più riuscito a trattenersi, e con mano tremolante aveva cominciato un’immagine della Santa Vergine; e durante questo lavoro il suo ardore intimo era stato senza cessa crescente. Una notte che, come già gli era capitato spesso, aveva fatto in sogno una preghiera alla Vergine, si era svegliato di soprassalto sotto l’effetto di un’oppressione violenta. Nelle tenebre il suo occhio era stato attratto da un alone di luce contro il muro davanti al suo letto. Guardando più attentamente, aveva constatato che la sua immagine della Madonna che, ancora incompiuta, era addossata al muro, irraggiava la luce più dolce ed era diventata un’immagine perfetta e realmente viva. Il carattere divino di quest’immagine lo prese con talmente tanta potenza che scoppiò in lacrime. L’immagine lo guardava negli occhi con un’espressione emozionante che non si saprebbe descrivere e sembrava sul punto di muoversi da un momento all’altro; e gli parve anche che essa si muovesse realmente. Il più meraviglioso era che gli sembrava che quest’immagine fosse proprio quella che aveva sempre cercato, anche se non ne aveva mai avuto altro che un presentimento oscuro e confuso. Come si riaddormentò ne perdette tutto il ricordo. L’indomani mattina si alzò come trasformato; l’apparizione era restata per sempre incisa nel suo cuore e nei suoi sensi, ed era allora riuscito a riprodurre i tratti della Madre di Dio come gli erano sempre fluttuati davanti all’anima, e aveva sempre avuto un certo rispetto anche per le immagini che dipingeva. – Ecco cosa mi raccontò il mio amico, il mio caro Raffaello, e questo miracolo mi è sembrato così importante e così notevole che ne ho scritto il resoconto per mia personale soddisfazione.»

Questo è il contenuto del foglietto inestimabile che mi è caduto tra le mani. Ora si può ben vedere chiaramente davanti ai propri occhi quello che il divino Raffaello intende con questa strane parole, quando dice:

"Mi tengo a mente una certa immagine che nasce nella mia anima."

Si capirà, istruiti da questo miracolo manifesto dell’onnipotenza divina, che la sua anima innocente ha espresso in queste semplici parole un senso molto grande e profondo? Non si capirà infine che tutte le fantasie profane sull’ispirazione dell’artista sono un vero peccato – e si sarà convinti che non si tratta qui di assolutamente nient’altro che di una grazia divina immediata?

Ma non aggiungo niente, per lasciare ciascuno alle sue meditazioni su questo argomento così importante e di profonde riflessioni."